Appartamenti studenteschi milanesi




"L’acqua è pronta, sto per buttare la pasta, tu esci o resti?"

Era da tanto che non scrivevo qualcosa “di pancia” ma stasera è una di quelle sere dove i ricordi arrivano senza che io ci possa fare niente. E stasera, che è una di quelle sere, ripenso alle coinquiline che hanno condiviso un po’ di spazio e un po’ di vita con me quando ero studentessa a Milano. Ora come ora non so quanto sarei capace e propensa a condividere una casa con una Miss X di cui trovavo annuncio e numero di telefono nella bacheca dell’università. Ma allora, con l’incoscienza dei vent’anni e con quel misto di curiosità e bisogno di un posto bello a poco prezzo (wow una doppia a €300 in zona P.ta Venezia!!! La dividerei anche con una psicopatica mitomane!) ci stava tutto!

Io sono figlia unica ed è stato come condividere la casa con tante sorelle sconosciute. Si creava un legame, sempre, più o meno profondo, più o meno sereno (quante litigate!) più meno divertente.



Le cose che non mi mancheranno:
i turni di pulizia
chi non rispettava i turni di pulizia
essere beccata a non rispettare i turni di pulizia
il bagno occupato
il panico da bagno occupato
gli scleri per un nonnulla da stanchezza/ tristezza
chi ti rubava posto in: dispensa, frigo, bagno, camera, salotto
il mettersi d’accordo per avere la casa libera

Che cosa mi manca:
L’acqua è pronta, sto per buttare la pasta, tu esci o resti?
Trovare sempre qualcuno a qualsiasi ora io tornassi, anche di notte (la nottambula o la mattiniera a seconda dell’orario)
Chi ti aiutava a raccogliere i pezzi di vetro quando ti si rompeva un bicchiere
Chi ti aiutava a raccogliere i pezzi del cuore quando qualcuno te lo frantumava
Chi ti prestava un vestito perché avevi conosciuto una persona e boh…
Chi ti diceva che ti stavi comportando male
Chi si apriva i biscotti a qualsiasi ora del giorno e della notte e girava il pacchetto verso di te

Mi emoziona sempre vedere le loro foto su facebook con marito e figli e pensare a quando tanti anni prima le ho viste truccarsi allo specchio e chiedermi, mettendo un vestito nuovo: “ho conosciuto una persona, stasera finalmente usciamo da soli, Jessica secondo te come sto?”
E la mattina dopo, entrambe in pigiama a fare colazione nel chiedere com'era andata sentirmi rispondere… “boh”

e vedere ora quel “boh” abbracciarle dopo anni di amore e vedere quel “boh” essere una famiglia, la loro famiglia 

Voi, per un po’,a 350km da casa, siete state la mia di famiglia.

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