Spiaggia, gelati e pensioni romagnole.
Quando soggiornavamo
nella pensione monostella a Riccione (quanto amavo quell’alberghetto che ora
non c’è più!) ricordo anche il periodo grigio tra il pranzo e il momento di
andare in spiaggia (che non arrivava mai!) Tutti i nostri genitori erano
collassati a dormire e noi, bambocci che non facevano il riposino
pomeridiano, avevamo due possibilità: fare i compiti delle vacanze o stare ai
tavolini sul retro dell’hotel a giocare a carte.
C’erano anche i ragazzini più
grandi (due o tre anni, ma era un abisso!) e il loro divertimento principale
era imbrogliare a carte o farci i dispetti. Al che partivano mini risse e
bisticci. Che non sarebbero importate a nessuno, tranne che per il fatto che
avvenivano nella Sacra Pausa del Silenzio. E così compariva il direttore della
pensione a “farci brutto!”
Partivano urlazzi e male parole in dialetto
romagnolo che al giorno d’oggi gli sarebbero costati una pioggia di unastella
su Tripadvisor e un sit-in di madri inferocite.
Comunque funzionava e
ci calmavamo tutti.
Anche se dopo un po' ripartiva la noia. I compiti venivano brutalmente lasciati a metà e il casto gioco "Rubamazzetto" lasciava spazio al più trasgressivo "Merda."
Finalmente arrivava
anche il Momento di Andare in Spiaggia e i genitori scendevano a prenderci per
condurci al Paradiso.
Bene, una volta
arrivati in spiaggia lo scopo principale delle nostre famiglie era uno: fare un
modo che non rompessimo i maroni, né a loro, né al resto del mondo.
Mi ricordo che venivo
messa all’ombra, cosparsa di crema al titanio spf 420, e istruita con poche e
semplici regole: il bagno lo puoi fare tra un’ora, il gelato l’hai voluto
stamattina quindi oggi basta, non buttare la sabbia addosso alla gente, stai
all’ombra.
Mi trovavo subito
un’occupazione e creavo castelli smerdolini mettendo acqua e sabbia nel
secchiello e facendo colare il composto tra le mani.
Però, poco dopo il
Diavolo Tentatore veniva a tormentarmi sotto forma di gelataio con il
carrettino! Ma a me cosa importava di averlo già mangiato, la mattina era un
tempo ormai lontano e così iniziavo a rognare.
Mi veniva imposto
l’ultimatum: se mangi il gelato non fai il bagno! (Ma perché?!) E io entravo in
crisi, volevo tutto: fare il bagno, mangiare il gelato e pure fare il giochino della biglia al bar.
Provavo ad azzardare un
capriccio e partiva lo sguardo inceneritore di mia madre (che ansia quello
sguardo!) che mi sibilava: “ti stai comportando MALISSIMO” e il letale “ti sta
guardando TUTTA LA SPIAGGIA!”
Ora… mi piacerebbe
prendere le nostre madri degli anni '80 e '90 e portarle per un attimo su una
spiaggia di Rimini o Riccione oggi.
E poi riportarle da noi all’epoca.
Scommettiamo che il loro concetto di "comportarsi malissimo" cambierebbe un po'? ;)
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