Le Mie Notti Magiche
Ricordo che Italia ’90 mi fece diventare di colpo patriottica, prima di tutto perché mi appassionai alla scelta della mascotte e con essa al sondaggio sulla schedina dove io votai due volte: una volta scelsi Dribbly e una volta scelsi Beniamino, ma vinse Ciao :/ E poi quell'anno fu tutto un fiorire di cibi e bevande tricolori, soprattutto di gelati, vista la stagione! Credo che l’ingestione di tutti quei coloranti mi abbia resa immune a qualsiasi schifezza odierna!
Mentre seguo distrattamente i Mondiali di quest’anno, simpatizzando di volta in volta per la squadra che, a pelle, mi ispira di più, ripenso spesso a due grandi Mondiali che sono rimasti scolpiti nella mia memoria.
Il primo fu senza dubbio Italia ’90. In primis perché, naturalmente, si disputò in Italia e io avevo già 9 anni, quindi riuscivo a capirne finalmente qualcosa rispetto a Spagna ’82 che, seppur la nostra Nazionale fosse stata gloriosamente vincente, a un anno e due mesi non riuscii a viverla per niente :D così come Messico ’86.
Mentre seguo distrattamente i Mondiali di quest’anno, simpatizzando di volta in volta per la squadra che, a pelle, mi ispira di più, ripenso spesso a due grandi Mondiali che sono rimasti scolpiti nella mia memoria.
Il primo fu senza dubbio Italia ’90. In primis perché, naturalmente, si disputò in Italia e io avevo già 9 anni, quindi riuscivo a capirne finalmente qualcosa rispetto a Spagna ’82 che, seppur la nostra Nazionale fosse stata gloriosamente vincente, a un anno e due mesi non riuscii a viverla per niente :D così come Messico ’86.
La mia famiglia stava
trascorrendo le vacanze, come ogni estate (vedi post precedenti!), nella
nostra amata e sgangherata pensione monostella in Romagna.
Ricordo le sere bollenti e zanzarose a spendere soldi in gadget orridi e a urlare il ritornello di “Un’estate italiana”. In più mi innamorai disperatamente di Roberto Baggio.
Delle partite vere e proprie di quel mondiale ricordo sinceramente poco. Mi annoiavo a vederle e cercavo di carpire dalla gente, dalle urla e dai bestemmioni se quella sera si sarebbe potuti stare svegli fino a mezzanotte (fantascienza con i miei genitori!) a fare caos sul lungo mare o se tutto sarebbe finito.
Ricordo le sere bollenti e zanzarose a spendere soldi in gadget orridi e a urlare il ritornello di “Un’estate italiana”. In più mi innamorai disperatamente di Roberto Baggio.
Delle partite vere e proprie di quel mondiale ricordo sinceramente poco. Mi annoiavo a vederle e cercavo di carpire dalla gente, dalle urla e dai bestemmioni se quella sera si sarebbe potuti stare svegli fino a mezzanotte (fantascienza con i miei genitori!) a fare caos sul lungo mare o se tutto sarebbe finito.
E infatti, la sera
della famigerata partita, quando si arrivò ai rigori, vidi mio padre
uscire dalla sala tv. Si accese il sigaro e disse: “Vado a farmi un giro!”
Chiesi perché e la risposta, lapidaria e monocorde fu: “Perché siamo
ai rigori e abbiamo Zenga in porta.”
Poi sparì in una nuvola di fumo grigiastro.
Poi sparì in una nuvola di fumo grigiastro.
E con quella partita sparirono anche le mie notti magiche fin dopo le 10 di sera.
Il secondo più
scoppiettante mio Mondiale fu Stati Uniti ’94, avevo tredici anni e del
Mondiale non me ne poteva fregare di meno ma, dato che per i miei genitori open
minded tredici anni erano troppo pochi per andarmene in giro da sola, mi
toccava rimanere in pensione (sì sempre la stessa!) fino al termine di ogni
partita. Le guardavo sul divano tra: una signora settantenne dell’hotel che teneva un Buddha di pietra davanti alla tv
quando c’era Baggio, perché si era infortunato e, diceva, così lo avrebbe aiutato a guarire, e suo marito che fumava come un pazzo dal nervosismo.
E qui la visione: tra gli ospiti
vi era anche una famiglia di Brescia con due figli, una ragazzina della mia età
e suo fratello, che, sembra incredibile, era identico a Baggio! Roberto,
ovviamente, non Dino!
Cosa ancora più
incredibile, questo tizio diciassettenne mi notò e mi chiese di uscire! Era il 13
luglio, io mi rincretinii di gioia e agitazione come solo una tredicenne
cretina e gioiosa poteva essere. Ottenni il via libera grazie all'euforia
dilagante della vittoria dell’Italia contro la Bulgaria.
Sarei potuta arrivare
fino alla gelateria sul lungomare (a 200 mt dalla via della pensione… ma io già
non capivo più niente!) e tornare entro mezzanotte.
Non andai nemmeno in
spiaggia perché quell’appuntamento richiedeva un’accurata preparazione!
La sera dopo, alle
dieci, io e R. uscimmo dall'hotel e arrivammo alla
gelateria. Mi offrì un cono gelato da milleeduecentolire, era al limone e mi raccontò della sua compagnia di Brescia.
Dopo circa mezz'oretta, con quello sguardo felino e carico da Baggio prima del rigore decisivo, mi chiese: “quanti anni
hai tu?”
Io risposi felicemente:
”tredici, compiuti ad aprile!”
Di colpo lo sguardo
cambiò e diventò quello di Baggio che ha sbagliato un rigore, ha colpito la traversa e la palla gli è rimbalzata nei ma*oni…
Tacque, a lungo, poi mormorò un: “credevo ne
avessi sedici, hai l’età di mia sorella…”
Alle undici meno un
quarto mi riportò all’hotel e andò a farsi un giro!
Era finita.
A dir la verità non era
nemmeno iniziata, ma io piansi come una donna di mezz'età sedotta e abbandonata.
E piansi anche quattro
giorni dopo, assieme a tutta l’Italia.
Ma io un po’ di più.
ph: Roberto Baggio, quello vero
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