La Pensione Monostella * - l'Arrivo

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Il momento più traumatico (anche se il più emozionante!) del soggiorno alla Pensione Monostella* era senza dubbio l’arrivo. Come avevo già raccontato grazie alle partenze strategiche di mio padre (le 4 del mattino!) arrivavamo alla stradina della pensione alle 8e30! Ovviamente giammai guadagnare una giornata intera di mare e andare subito in spiaggia! Sarebbe stato come essere giovani e trasgressivi surfisti sotto anfetamina davanti all'oceano! Bisognava prima fare tutte le procedure, iniziando dal parcheggiare bene bene con 120 manovrine perché poi, salvo, forse, andare all’Aquafan, l’auto non si sarebbe mai più dovuta spostare per due settimane. Scaricare subito tutto e arrivare carichi come sherpa alla reception (chiamiamola così…) dove i proprietari a colpi di battute romagnole (ai miei) e pizzicotti (a me) ci accoglievano felici. Io odiavo quel momento perché ci guardavano tutti. E vedevo gli altri già sereni e ciabattati che andavano verso la spiaggia. Io me la sarei dovuta sudare...


Si partiva con la relazione su chi ci sarebbe stato e chi no durante le nostre due settimane di permanenza. E anche lì ero fortunatissima. Se avevo legato con qualcuno l’anno prima, automaticamente era appena partito o sarebbe arrivato il giorno dopo la nostra partenza. Quelli che mi stavano sulle palle c’erano sempre! Ma fortunatamente c’era anche la mia super amica Giulia! Quasi sempre! Le madri si accordavano durante i freddi mesi invernali per riuscire a trovarci almeno qualche giorno. Il primo giorno sapere che c’era già Giulia mi rendeva già strafelice.

Mentre i miei facevano public relations con i proprietari io constatavo sempre la stessa cosa: 50 Sfumature di Marrone. Il colore dominante della pensione Monostella* era il marrone. Marrone tutto. Marronarancione i muri esterni, marroneverde l’insegna, marronbianco il cortile, marronechiaro il dondolo, marronicioccolato i cuscini, marrongialle le piastrelle, marronnero il bancone del bar, marronscuromarronchiaro il divano, marroncine le chiavi, marronverde la sala da pranzo/cena, marronbeige il giroscale, marronsfumato le camere, marronmarcio i copriletti. Marronlucido le piastrelle del bagno… a proposito del bagno… il detto: l’attesa del piacere è essa stessa il piacere si poteva trasporre per il bagno. Se volevi farti la doccia in bagno, il bagno era esso stesso la doccia! Il risultato era che c’era acqua dappertutto e la carta igienica diventava una specie di pallone bianco umidiccio.

Comunque ricevuta la stanza (sempre la stessa, rigorosamente prenotata a marzo), sistemato tutto nei cassetti dell’armadio (anch’esso marrone!), e verificato che anche quell'anno ci eravamo dimenticati il fornelletto per le zanzare, si poteva andare in spiaggia, ma rigorosamente vestiti, perché si andava solo a verificare che il nostro (sempre quello!) ombrellone ci fosse e a salutare il bagnino. Quindi anche se erano le 10, via al mare vestiti, altra vagonata di public relations col bagnino e la moglie che mentiva ogni anno dicendomi: mo come scei diventata grande! (Magari!) Da bambina controllavo che almeno in spiaggia ci fossero gli amichetti, da più grandina controllavo il possibile parco fidanzatini. Ora controllo che non ci siano bambini urlanti vicino al mio ombrellone...
Constatato che l'ombrellone era quello e raccontato tutta la nostra vita alla famiglia del bagnino, si guardava verso il mare e hop, via di nuovo che bisognava fare cose...

Finalmente alle 16, dopo il pranzo, dopo il riposino dei miei, dopo che l’uomo del monte aveva detto sì, dopo l’imprimatur, dopo l’eclissi, dopo aver comprato il fornello per le zanzare al market, dopo dopo dopo potevo, dopo un anno intero, iniziare la mia vacanza al mare!!! *_*

ph: Brigitte Bardot e Laurent Terzieff

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