Il portico americano
Uno dei miei viaggi mentali da ragazzina (quanti viaggi mentali, santo cielo!) spesso riguardava il tipico portico delle case americane. E le scene che la mia mente malata vi girava erano più o meno sempre le stesse e sempre di sera/notte:
-Amore 1, il soggetto era un indefinito amico d’infanzia potenziale fidanzato (Alla Dawson di Dawson’s Creek per intenderci) io tornavo a casa di notte in lacrime e lui era lì, sul portico, ad aspettarmi e, in silenzio per non svegliare la mia famiglia (cosa già di per sé inverosimile perché mia mamma a dormire quando uscivo a 16 anni di sera sarebbe stata fantascienza!) mi teneva tra le braccia accarezzandomi la testa e dicendomi che tutto sarebbe andato bene e che io ero meravigliosa! Bacino ambiguo sulla guancia e buona notte Jes, a domani!
-Amore 2, il soggetto era il figo stronzo dal passato difficile ma dal cuore tenero sotto la dura scorza (E qui ecco che compare un bel Dylan McKay 90210!) Arrivavo a casa e prima che infilassi la chiave nella toppa (i miei ovviamente dormivano) qualcuno mi tirava per un braccio intimandomi di stare zitta. E dopo un infarto, mi sarei ritrovata respiro dentro respiro con quello stronzo che davanti agli amici mi aveva insultata e mi aveva fatto capire che uno come lui a me manco mi vedeva, ma che lì nel buio di quell’estate americana, nel portico di casa mia, tacitamente non gli ero per un cavolo indifferente. Bacio come solo Dylan sa baciare e buona notte Stronzetta!
-Amica incasinata. Arrivavo a casa e trovavo la mia migliore amica biondognokka ubriaca col trucco colato che si stringeva le ginocchia sul dondolo e mi guardava con occhi colmi di disperazione. Io già sapevo! Mi sarei seduta accanto a lei, l’avrei abbracciata mentre mi avrebbe raccontato della sua vita di merda e mi avrebbe detto che prima o poi lei se ne sarebbe andata da lì e avrebbe dimostrato a tutti che valeva qualcosa! Due bacini e buona notte, ti voglio bene come una sorella!
-Nonno sulla sedia a dondolo che fuma la pipa. (Nel mio immaginario era pure di colore con la barba bianca) Tornavo a casa in lacrime (pure la mia vita un po’ di merda…) e nel buio vedevo il fumo e sentivo lo scricchiolio della sedia a dondolo sulle assi di legno del portico. Ai miei tempi non avrei mai permesso che una ragazza tornasse a casa con gli occhi lucidi. Mi sarei seduta sugli scalini e il nonno mi avrebbe raccontato di quando aveva conosciuto la nonna, con un misto di dolcezza e malizia d’altri tempi. Bacino sulla testa e buona notte piccola mia, sei speciale ricordalo sempre!
That's all folks!
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